Mivado a Delhi
Il nostro viaggio in India non poteva che iniziare da Delhi, la sua capitale. Come per tutto ciò che riguarda questo Paese, anche su Delhi abbiamo trovato informazioni contrastanti. C’è chi la considera una tappa imperdibile e chi consiglia di saltarla in favore di altre città. Tuttavia, se è il vostro primo viaggio in India, Delhi è un ottimo punto di partenza per approcciarvi alla cultura indiana. Ecco quindi i miei consigli su cosa vedere in due giorni a Delhi.
Due giorni a Delhi: prima giornata a Old Delhi, la città vecchia
L’India è un Paese multiculturale dove sentirete tante lingue e dove vedrete luoghi di culto di diverse religioni. Sebbene la religione più diffusa sia l’induismo, una fetta significativa della popolazione è musulmana. Per questo, il nostro viaggio nella Old Delhi è iniziato dalla caratteristica moschea Jama Masjid.
Moschea Jama Masjid
L’ingresso per i turisti costa 300 rupie (poco più di 3€) a persona e vi consente di scattare foto all’interno della moschea. Per accedere è necessario togliere le scarpe e se non volete camminare scalzi, sul sito potete acquistare delle ciabattine a 100 rupie (circa 1€). Inoltre, alle donne viene richiesto di indossare una tunica, anche questa al costo di 100 rupie. Diversamente da altre moschee che ho visitato, non è necessario coprire il capo.
La moschea Jama Masjid fu costruita tra il 1650 ed il 1656 per volere dell’imperatore Moghul Shah Jahan. Il suo cortile recintato può contenere circa 25.000 fedeli. Al centro del cortile si trova una vasca per il bagno purificatore prima della preghiera. I muri attorno al cortile sono rivestiti da arenaria rossa del Rajasthan, mentre la facciata della moschea è parzialmente rivestita di marmo bianco con iscrizioni persiane. Sovrastano la struttura le tre cupole a forma di cipolla e i due minareti. Rispetto alle moschee che ho visitato in precedenza in altri Paesi, in India la parte “coperta” è davvero ridotta.
Due giorni a Delhi: il Forte Rosso
Con una camminata di 15 minuti dalla Jama Masjid, si può raggiungere il Forte Rosso, uno dei complessi monumentali più importanti di Delhi. Qui il biglietto per gli stranieri è di 550 rupie (circa 6€), ma sorprendentemente non abbiamo incontrato molti turisti. È infatti qui che abbiamo scoperto l’ossessione degli indiani per gli occidentali: tantissimi sconosciuti ci hanno chiesto di scattare delle foto insieme.
Il Forte Rosso di Delhi è un’imponente fortezza costruita nel XVII secolo dall’imperatore Shah Jahan. Questo magnifico edificio di arenaria rossa è un capolavoro dell’architettura moghul. Il suo design intricato e le sue massicce mura testimoniano il suo ruolo storico come residenza reale e centro amministrativo. Al suo interno il bazar coperto, una moschea di marmo bianco, un giardino terrazzato e diversi padiglioni.
Tempio Digambar Jain Lal Mandir
Di fronte al forte si trova il famoso tempio jainista Shri Digambar Jain Lal Mandir che però abbiamo saltato in quanto siamo stati importunati da un personaggio troppo invadente che voleva farci da guida, ma non ha fatto altro che spaventarci. L’India è anche questa!
Il tempio Shri Digambar Jain Lal Mandir è uno dei più antichi e importanti templi jainisti a Delhi. Costruito nel XVII secolo, è dedicato a Lord Parshvanath. Il termine “Digambar” si riferisce a una setta giainista, che crede nella nudità ascetica come una forma di rinuncia materiale. “Lal Mandir” significa “tempio rosso“, che fa riferimento al suo distintivo colore rosso.
Connaught Place e India Gate
Abbiamo poi intravisto la caotica Connaught Place, cuore commerciale e finanziario di Nuova Delhi, nella quale non ci siamo soffermati a lungo in quanto stancati dal caos e dal baccano incessante. Abbiamo invece chiuso la giornata con una camminata al tramonto nel viale che collega il Parlamento indiano all’India Gate, la porta dell’India, un memoriale dedicato ai soldati indiani caduti durante la prima guerra mondiale e ad altri conflitti successivi.
Due giorni a Delhi: tomba di Humayun e tempio Gurudwara
La tomba di Humayun
Una delle attrazioni che più mi ha colpita di Delhi è il complesso della tomba di Humayun, un imperatore moghul. Non immaginatevi un cimitero cristiano, all’interno di questo complesso si trovano dei mausolei imponenti e decoratissimi. Si dice inoltre che il Taj Mahal sia ispirato proprio alla tomba di Humayun.
L’ingresso costa 550 rupie (circa 6€) e noi l’abbiamo visitato all’apertura, trovando così un numero abbastanza limitato di turisti.
Se avete già iniziato a documentarvi sull’India, probabilmente saprete che gli induisti, alla morte, vengono cremati. Non sorprendetevi però di incontrare mausolei di questo tipo: appartengono infatti a musulmani.
Il tempio sikh Gurudwara Bangla Sahib
Per ribadire ancora il mix di culture e religioni che compongono l’India, quale meta migliore del tempio sikh Gurudwara Sri Bangla Sahib?
L’ingresso è consentito ai fedeli di qualsiasi religione. Essendo uno dei tempi sikh più importanti dell’India, c’è un ufficio riservato ai turisti. Vi raccomando di passare da qui perché vi spiegheranno brevemente come visitare il tempio e come funziona la religione sikh.
Per entrare nei tempi sikh è necessario togliere le scarpe e coprire la testa (vale sia per le donne che per gli uomini). All’interno dello sfarzosissimo tempio non è concesso fare foto e all’uscita è usanza girare attorno a una grande vasca rettangolare.
Come molti tempi, anche il Gurudwara Bangla Sahib serve pasti ai fedeli senza distinzione di status sociale. Qui è normale trovare ricchi che mangiano insieme ai poveri per mitigare il proprio ego e ricordarsi che sono tutti uguali agli occhi di dio. Questo tempio serve circa 30.000 pasti al giorno e, avendo l’accesso gratuito, accetta donazioni da parte di fedeli e visitatori.
Due giorni a Delhi: cosa mangiare
La cucina indiana è notoriamente molto saporita e speziata, ma sorprendentemente a Delhi non abbiamo trovato i piatti particolarmente piccanti. In India si trovano anche spezie che non esistono in Italia e diversi curry e masala (che sono dei mix composti da più spezie). Le spezie sono veramente ovunque: nella colazione, in alcuni biscotti e anche in alcune bevande.
Inoltre, l’India è il paradiso di vegani e vegetariani: durante il mio soggiorno ho mangiato pochissima carne e quasi sempre si trattava di pollo. Abbondano invece le verdure, i legumi, il riso e le tipologie di pane/piadine.
A Delhi si possono trovare specialità di tutte le parti dell’India. Queste, a mio parere, sono quelle che non potete perdervi.
- Thali: è un piatto molto diffuso nel sud dell’India composto da diverse ciotoline contenenti curry, dahl (lenticchie), verdure, chutney, riso e ovviamente pane (naan o roti). Spesso viene servito su una foglia di banano. Noi lo abbiamo mangiato da Dasaprakash
- Dosa: anche questo è un piatto tipico del sud. Si tratta di una sorta di pancake realizzato con una pastella di riso e lenticchie fermentate ripieno di patate e altre verdure speziate. Molto buona anche la versione rava, realizzata con semola di grano duro al posto del riso. Abbiamo assaggiato quello di Saravana Bhavan, un franchising ormai diffuso in tutto il mondo.
- Samosa: triangoli di pasta fritta ripieni di patate, piselli e cipolle speziati. Ottimi come snack per spezzare la fame.
Due giorni a Delhi: dove soggiornare
Sono sincera, Delhi è stata la città indiana che più ci ha messi in difficoltà nella ricerca dell’hotel. È una città enorme e già individuare la zona in cui alloggiare è sfidante. Inoltre, si possono trovare molti hotel o ostelli di fascia bassa e molti hotel di lusso, mentre è più difficile trovare una via di mezzo che sia pulita e non eccessivamente costosa.
Paharganj è il quartiere dei backpackers e si trova nel cuore di Old Delhi. È sicuramente il più economico, ma anche il più rumoroso e caotico. Per questo motivo, non ce la siamo sentiti di alloggiare qui, anche se consigliato da molti.
Connaught Place è il centro finanziario e commerciale di Delhi. È più elegante di Paharganj e per questo ospita numerosi hotel di lusso, tuttavia anche questa è un’area affollata e rumorosa. Spostandosi leggermente da Connaught Place si possono trovare soluzioni un po’ più economiche, ma sempre abbastanza centrali.
Noi abbiamo optato per il Bloomrooms, una catena di business hotel dall’arredamento standard, ma pulito e con “standard europei”. Abbiamo scelto quello nel quartiere di Janpath, una zona residenziale tranquilla vicino a Connaught Place e comoda per raggiungere le varie attrazioni. Si è rivelata infatti un’ottima scelta per passare due giorni a Delhi.
Altri hotel di media categoria si possono trovare a Karol Bagh e South Delhi. Si tratta di 2 zone tranquille, ma un po’ decentrate rispetto alle attrazioni più importanti.
Ad ogni modo, un consiglio generale che posso darvi per la prenotazione degli hotel in India, è quello di affidarvi a Booking e filtrare le recensioni per lingua. Sicuramente anche noi italiani non abbiamo tutti le stesse aspettative, ma così facendo potrete farvi un’idea più precisa di cosa vi aspetterà.
Due giorni a Delhi: consigli utili
Se Delhi è la prima città indiana che visitate, cambiate il minimo indispensabile in valuta locale direttamente in aeroporto e il resto una volta raggiunto il centro della città. Purtroppo le carte straniere spesso non sono accettate, quindi è bene avere sempre in tasca un po’ di contanti. Raggiunto il centro, potrete cercare un money exchanger o chiedere direttamente al vostro hotel. Prima di cambiare i soldi, controllate il tasso di cambio ufficiale per capire se state facendo un buon affare.
Delhi è servita dalla metro, con alcune linee che collegano l’aeroporto al centro della città. Tuttavia, se avete bagagli ingombranti o se per qualsiasi motivo preferite viaggiare comodamente su un taxi, vi consiglio di utilizzare Uber. A differenza di un normale taxi, con l’app di Uber potete sapere in anticipo quanto pagherete per quel percorso e il prezzo è generalmente più basso rispetto a quello dei taxi prepagati. Inoltre, all’aeroporto di Delhi esiste proprio un parcheggio dedicato agli Uber.
Unica accortezza: controllate sempre che il guidatore segua il percorso corretto. In India ci sono molte bravissime persone, ma anche molti furbetti. Uber solitamente offre diversi metodi di pagamento, ma in India abbiamo dovuto pagare sempre in contanti. Fun fact: oltre alle auto, su Uber potrete trovare anche i tuktuk. Si tratta di un’ottima alternativa per spostarsi all’interno della città (e anche in questo caso, senza dover contrattare ogni volta il prezzo).
Per quanto riguarda la sim, ho letto da molte persone che quando viene acquistata in aeroporto, spesso non viene attivata immediatamente. Per questo, il consiglio dei viaggiatori è quello di acquistare una sim in un negozio Airtel del centro. Se invece volete assicurarvi di avere una connessione ad internet fin dal principio, potete optare per una e-sim. Noi abbiamo scelto Airalo che ci ha permesso di attivare la e-sim all’arrivo in India e prenotare così il nostro Uber.
Delhi è una città enorme, caotica e rumorosa e certe volte può diventare addirittura stressante. La gente del posto cercherà di vendervi qualsiasi cosa, di farvi salire su un tuktuk o di accompagnarvi in questo o quell’altro mercato. Non abbiate paura di rifiutare e fatevi vedere sempre sicuri, magari decidendo in anticipo dove dirigervi. Nonostante questo, Delhi è una città sicura e in nessun momento del nostro soggiorno ci siamo sentiti in pericolo (anche se avevamo perennemente addosso lo sguardo incuriosito degli indiani).
Se avete bisogno di altri consigli pre-partenza sull’India, li trovate qui.
Ora che sapete cosa vedere, mangiare ed evitare, siete pronti per passare due giorni a Delhi per scoprire questa caotica città.
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